Kunsthalle West
Fra arte e crypto arte
Cristina Ciusa
Kuratorin
Die Kunsthalle West vereint mit "Orizzonti possibili" reale und digitale Ausdrucksweisen der modernen und zeitgenössischen Kunst: Eine immersive Erfahrung, die sich aus der traditionellen Kunstgeschichte speist und den Sprung ins Metaversum riskiert, indem die Schau das Potential der neuesten technischen Errungenschaften in Bezug auf die Kunst erkunden. 3D-Druck, Augmented Reality oder NFT (non fungible token) sind keine Zukunftsmusik mehr, sondern konkrete Phänomene einer zunehmend technisierten Welt. Treten diese nun in Dialog mit traditionellen Genres wie Malerei, Skulptur oder Fotografie, ergibt sich daraus eine neue Kunsterfahrung.
"Als ich zum ersten Mal in der Kunsthalle war, schien mir, als hätte ich die Architektur in ihrer räumlichen Dimension als Kunstform in mich aufgenommen", so die Kuratorin Cristina Ciusa, Kommunikationsexpertin in den Bereichen Kultur, Ethik und Innovation. Sie präsentiert eine hybride Ausstellung, die reale Werke und digitale Erscheinungsformen vereint. Ausgangspunkt ist eine Skulptur von Francesco Ciusa - Sacco di orbace - aus dem Jahre 1922, die den direkten Dialog zu einer fünf Meter langen Leinwand sucht, auf der Kinder ihren Emotionen und Phantasien freien Lauf lassen können. Es handelt sich um eine Fortführung des Projekts "i colori raccontano storie" (Farben erzählen Geschichten), das die Kuratorin bereits seit einigen Jahren vorantreibt.
Übersetzung:
Adina Guarnieri
Kunsthalle West
Fra arte e crypto arte
di Cristina Ciusa
curatrice
Perché i colori raccontano storie.
Quando varcai la soglia della Kunsthalle West ebbi la sensazione di sublimare l`infrastruttura architettonica e appropriarmi della dimensione spaziale come forma d`arte; immaginando un laboratorio di idee in cui le opere, gli artisti e l`osservatore si contaminano, plasmando Orizzonti possibili: dove il virtuale fa parte del reale.
Un percorso espositivo che si trasforma in un`opera condivisa con il visitatore, anche con i bambini, a cui é dedicata un`area in cui possono abitare una tela di colori su cui lasciare impronte di emozioni. Un´esperienza creativa che nasce dal progetto "i colori raccontano storie". Un concept che realizzai per i piú piccoli, in cui le percezioni e l`immaginazione fluiscono ispirandosi a quadri di artisti contemporanei, attraverso un itinerario immaginifico che racconta nuove storie.
Un dialogo aperto di linguaggi possibili che si dipana come un viaggio in mondi senza barriere, in cui muoversi liberamente e condividere l`esperienza artistica partecipando alla creazione di una scultura, come archetipo dell`Esserci heideggeriano. Una sfera trasparente in stampa 3D realizzata da Giuditta Gilli Ravalli genera l`opera condivisa di Orizzonti possibili in cui ognuno puó inserire nelle trame dell`elemento scultoreo oggetti, parole, messaggi tridimensionali. La circolaritá e la neutralitá del colore definiscono gli spazi di scambio, interazione e comunicazione screvi da confini.
La mostra inizia da una chiacchiera con Ulrich Egger, presidente della Kunsthalle, su Francesco Ciusa, noto scultore e disegnatore del `900, che diventa per l`esposizione, con il "Sacco di orbace" - scultura del 1922 -, l`essenzialitá espressiva della forma al centro dell`eterogeneitá dei linguaggi: interferenze fra le forme artistiche piú classiche e le frontiere dell`innovazione applicate all`arte, dalla stampa 3D, alla realtá aumentata, agli NFT (Non Fungibile Token).
La sensibilitá di un`opera va oltre il visibile, "perché il bello é ció che non vedi", spiega Ciusa al nipote Mario Ciusa Romagna (mio nonno) davanti al Mosé di Michelangelo.
Indi "Il visibile si fa esistenza interiore, tempo, storia, dialogo continuo con chi osserva" (dal libro "Francesco Ciusa. Creazioni degli anni Venti" di Aldo Brigaglia - mio zio).